Il " Food Revolution Day" di Jamie Oliver

Oggi insieme daremo uno sguardo sul mondo del nostro Jamie Oliver.
Il "Food Revolution Day" è stato un serie televisiva trasmessa dalla ABC dal marzo 2010 fino all'estate del 2011, prodotto dallo stesso chef britannico Jamie Oliver e Ryan Seacrest. La serie ebbe un'ottima audience e un buon successo. Dopo questa serie televisiva, Oliver cercò di riformare negli Stati Uniti, con sforzi volti a promuovere una sana alimentazione nelle scuole pubbliche, con programmi di refezione scolastica e con l'aiuto americano per combattere l'obesità dilagante tra gli alunni e cambiare le loro abitudini alimentari al fine di vivere una vita più sana e più a lungo. 
La preparazione di cibi sani e genuini grazie all'introduzione dell’educazione alimentare obbligatoria nelle scuole di tutto il mondo è l’ultima ricetta del cuoco. Jamie Oliver sfrutta in senso positivo la sua notorietà per creare un appuntamento internazionale, diffuso anche grazie alla rete dei social di tutto il mondo.
E' così che nasce l'idea di promuovere una campagna internazionale per fare sì che l’educazione alimentare diventi una pratica obbligatoria nelle scuole di tutto il mondo. 
L’iniziativa parte da un dato allarmante: sono ben 42 milioni i bambini al di sotto dei cinque anni ad essere sovrappeso o obesi. Nel 2015 in occasione del “Food Revolution Day”, celebrato il 15 maggio, con la campagna appoggiata da Change.org, mira a raccogliere almeno 1,5 milioni di firme in tutto il mondo per inviare una petizione ai Paesi del G20, che spinga i rispettivi governi a sviluppare nelle scuole una corretta informazione alimentare.

La corretta alimentazione rappresenta infatti il primo mezzo per combattere quotidianamente malattie metaboliche come diabete ed ipertensione che stanno crescendo in maniera esponenziale nei paesi industrializzati.

L'obiettivo è anche di migliorare la conoscenza e l'attenzione sulla qualità dei cibi semplici condividendo le proprie creazioni grazie agli strumenti come Twitter ed Instagram.
Il motto è "Cook it. Share it. Live it. "

L’iniziativa, lanciata il 29 marzo al Sydney Opera House, è stata caratterizzata da una serie di eventi che hanno coinvolto migliaia di scuole nel Regno Unito, mentre in giro per il mondo 1300 ambasciatori in 100 Paesi hanno coinvolto le comunità locali realizzando iniziative a supporto della campagna. Già protagonista di cooking show televisivi diffusi anche dal canale Food Tube e autore anche di numerosi libri di ricette, Jamie Oliver ormai ha da tempo sposato una battaglia personale contro il “cibo spazzatura”. L’esigenza di una “rivoluzione” l’aveva spiegata nel 2010, anno in cui ha vinto il premio TED per il suo progetto anti-obesità nel West Virginia. Nel discorso pronunciato in occasione della premiazione, il cuoco inglese esprimeva il suo “desiderio di sostenere un movimento forte e sostenibile per educare ogni bambino all’alimentazione, ispirare le famiglie a cucinare di nuovo e spronare tutti a combattere l’obesità”, un auspicio che si è trasformato in mobilitazione e negli anni ha raccolto sempre più consensi.

L’edizione in corso ha ampiamente superato l’obiettivo del milione di sottoscrizioni: quasi un milione e mezzo di sostenitori, provenienti da 196 Paesi, hanno firmato la petizione per supportare l’educazione alimentare nelle scuole. Grazie ai social network, il #FoodRevolutionDay è diventato in breve tempo virale. L’obiettivo dello chef inglese è creare un “enorme movimento globale” firmando la petizione, il cui testo è stato tradotto in diverse lingue sulla piattaforma Change.org, e condividendo l’iniziativa. Tanti supporters, dalle celebrità alla gente comune, hanno caricato sui propri profili social un selfie con lo slogan “Sign it” e “Share it” (firma e condividi) scritto sulle mani.
All'Expo di Milano, Jamie Oliver firma la Carta di Milano: "Educhiamo i bambini al cibo"




Il celebre chef inglese è tra coloro che hanno siglato il documento voluto dal governo come eredità di Expo e a sostegno del Food Revolution Day il 15 maggio: "Persone, imprese e governi si uniscano per chiedere pratiche più etiche e sostenibili nell’industria alimentare. È stata una firma "vera", apposta personalmente dal cuoco inglese che da una quindicina di anni è impegnato per limitare l’uso di junk food, in particolare nelle mense scolastiche. Un esempio di come la popolarità e la credibilità conquistata soprattutto sugli schermi televisivi (già nel 1999 conduceva The Naked Chef sulla BBC) possa essere utilizzata non solo per diventare ricco – e Oliver lo è – ma anche per insegnare alla gente come mangiare e come trovare lavoro nel settore. 
Il Fifteen di Westland Place, a Londra, è per esempio un ristorante interamente no profit, basato sul reinserimento di ragazzi "difficili". Ma, in particolare, sono i bambini a essere seguiti con grande attenzione dal quarantenne di Clavering, sposato con Jools Norton, modella che gli ha dato quattro figli. "È diritto di ogni bambino essere nutrito in modo corretto ed educato al cibo, alla sua origine e a come questo influisca sul fisico. Ma questo può accadere soltanto se rettifichiamo la confusione in cui oggi si trova il sistema alimentare globale" spiega Oliver. Da qui una lunga petizione ai leader del G20 dove si chiede che l’educazione alimentare venga resa obbligatoria nelle scuole dei rispettivi paesi, come base per la formazione a corretti stili di vita. Petizione che ha trovato adesioni importanti come quella della Barilla Center Food and Nutrition, presieduta da Guido Barilla.
La Carta di Milano come sottolinea Jamie. "È qualcosa di fondamentale che unisce le persone, le imprese e i governi in un fronte che insieme possa sfidare lo status quo e richiedere pratiche più etiche e sostenibili nell’industria alimentare. Tutto va fatto per assicurare un futuro migliore per i nostri figli: solo con una voce globale con un obiettivo comune, si può garantire un cambiamento positivo e duraturo".
“Il Food Revolution Day – afferma Maverick Greissing, Direttore di Jamie Magazine Italia e Ambassador del Food Revolution Day di Milano – rappresenta un appuntamento che sempre più sta entrando nelle case di tutto il mondo. Nato solamente 4 anni fa, coinvolge infatti milioni di genitori e bambini che si fermano a riflettere anche solo per una giornata sul reale concetto di sana alimentazione. Jamie Oliver è da sempre impegnato nella divulgazione di una cultura del cibo improntata al mangiare bene per vivere meglio e non è un caso che il fondatore di questa iniziativa sia proprio lui.



Contro l'obesità infantile.
Come in ogni edizione, Jamie Oliver ha realizzato una ricetta per l’occasione. Quest’anno ha spiegato passo dopo passo come preparare un salutare “Squash it sandwich”, un panino ripieno con verdure di stagione, attraverso una video-lezione indirizzata ai bambini delle scuole. 


La novità più rilevante dell’edizione 2015 è la canzone rap #FoodRevolutionDay Song che lo chef inglese ha intonato in collaborazione con il cantautore britannico Ed Sheeran. La star del food Jamie Oliver ha lasciato per un momento i fornelli e ha coinvolto una serie di celebri musicisti per lanciare una grande campagna internazionale dedicata a promuovere l’educazione alimentare obbligatoria nelle scuole. Hanno prestato le loro voci al progetto numerosi artisti, tra i quali Paul McCartney, il dj britannico Jazzie B, l’attore australiano Hugh Jackman, il rapper Professor Green, il pianista jazz Jamie Cullum, la cantante Alesha Dixon e la star di YouTube Carissa Alvarado. Il ritornello del brano spiega in chiave rap il senso della causa: “We need to feed the kids right through their stomachs and their minds”, come a sottolineare il bisogno di nutrire lo stomaco, l’aspetto sensoriale del cibo, legando al tempo stesso il concetto di nutrimento a quello della mente, al fine educativo di accrescere la consapevolezza di una corretta informazione alimentare sin dall'infanzia.

La canzone è stata creata da Jamie e ed proprio nella cucina del noto chef, che al proposito ha spiegato: «Sono davvero grato a tutti gli artisti che hanno lavorato alla canzone e ci hanno concesso il loro tempo e il loro talento gratuitamente. Il messaggio del brano è ovvio: abbiamo disperatamente bisogno di una rivoluzione che consenta ai nostri bambini di avere una cultura alimentare che permetta loro di scegliere cibi sani. La canzone è un mezzo davvero potente per aiutarci a diffondere il nostro messaggio sull'importanza mondiale di una buona educazione alimentare».

Il movimento ha finora contribuito a cambiare i programmi scolastici in diversi Paesi con l’introduzione dell’educazione alimentare come “materia di studio”: in Inghilterra, grazie al School Food Plan e al Jamie Oliver’s Kitchen Garden Project, promosso dalla Jamie Oliver Food Foundation, in Messico, grazie alla Legge generale sull'Istruzione e ancora in Brasile, Giappone e Finlandia. L’obiettivo è estendere questa buona pratica a livello globale. Come si legge nella petizione lanciata dal popolare chef britannico, in vista del prossimo G20 che si terrà in Turchia il prossimo novembre, l’obesità infantile ha assunto proporzioni preoccupanti: “In questo momento stiamo affrontando un’epidemia mondiale di obesità, con 42 milioni di bambini sotto i 5 anni sovrappeso o obesi in tutto il mondo. Il risultato è che la prossima generazione vivrà meno dei propri genitori se non verrà fatto nulla per correggere queste statistiche allarmanti”. Gli studi sull'obesità condotti dal McKinsey Global Institute evidenziano il costo sociale della malattia: l’impatto sul Prodotto Interno Lordo nel 2014 è stato di 2 trilioni di dollari, una spesa esorbitante, il terzo onere per la collettività dopo fumo e violenza armata, guerra e terrorismo.

La rivoluzione culinaria promossa dalla petizione riveste un significato particolare anche in concomitanza con Expo 2015 dedicato al tema della nutrizione del pianeta. La Carta di Milano, cui lo chef britannico ha dato il suo supporto, siglata a pochi giorni dall'apertura dell’Esposizione universale, oltre a considerare il cibo sano per tutti come un diritto umano fondamentale, denuncia lo stridente contrasto tra malnutrizione ed eccesso di cibo. Infatti, come si legge nel documento, “circa 800 milioni di persone soffrono di fame cronica, più di 2 miliardi di persone sono malnutrite o comunque soffrono di carenze di vitamine e minerali; quasi 2 miliardi di persone sono in sovrappeso o soffrono di obesità; 160 milioni di bambini soffrono di malnutrizione e crescita ritardata”. Firmare la petizione diventa, anche alla luce di questi dati, più che una buona azione. È un impegno concreto per cambiare le vite delle future generazioni. Una responsabilità che la società civile consegna ai governi di tutto il mondo per avviare un serio percorso di cambiamento, a partire dalla corretta alimentazione a scuola.

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